martedì 12 marzo 2013
Se le cose stanno così / Viva Maddalena
Quasi certamente Sergio Endrigo non si aspettava che la sua canzone Viva Maddalena, lato B del 45 giri datato 1963 che sul lato A conteneva Se le cose stanno così, ottenesse un grande successo, tanto da superare nel gradimento l'altra canzone del disco, pure essendo anch'essa di gran pregio. Viva Maddalena è un brano molto particolare che s'ispira (come disse lo stesso Endrigo) ad alcune famose canzoni di Jacques Brel, in particolare a La Valse à Mille Temps dove un lento ritmo di valzer iniziale diviene via via sempre più frenetico sorretto e impreziosito dalla indimenticabile voce di Brel che racconta di una Parigi favolosa, della gioventù e dell'amore trascinando l'ascoltatore in un vortice di pathos sempre più in crescendo. La struttura della canzone di Endrigo è identica, la differenza sta naturalmente nel testo in cui si parla di un amore tradito che il cantautore di Pola descrive così: «Erano giorni neri / non sentivo odio né amore / erano giorni neri / mi sentivo come morto / cercavo solo te / e tu mi lasciavi solo», a questa prima parte dai toni quasi disperati ne segue una dall'andamento eccitato ed entusiastico dovuto alla presenza di Maddalena, la donna grazie alla quale il protagonista della canzone è riuscito a superare il difficile momento di cui detto in precedenza: «Ora son giorni allegri / mi diverto e il tempo vola / ora son giorni allegri / la quaresima è finita / viva la gioventù / che regala notti bianche». Le parti ora descritte si ripetono per altre due strofe e si può notare una sempre più marcata accentuazione dei toni (tristi o allegri che siano) fino alla quarta ed ultima in cui Endrigo grida a tutta voce la sua fervente gioia inneggiando a Maddalena. Il 45 giri con le due canzoni di Endrigo uscì alla fine dell'estate ed entrò nei primi dieci posti delle vendite settimanali per qualche settimana.
domenica 10 marzo 2013
Tutti mi dicon: Maremma...
Chi conosce la Maremma, splendida pianura che si stende tra la Toscana ed il Lazio, e la ricorda così com'è oggi, difficilmente può comprendere il testo di questo canto popolare in cui si maledice un luogo decisamente accogliente. Ma la Maremma, più di un secolo fa, era molto diversa rispetto ai tempi odierni; era infatti un luogo molto paludoso e molto meno attraente, vi proliferava la malaria (malattia trasmessa all'uomo dalla zanzara detta anofele) e vi si portavano a svernare le mandrie. Era anche un luogo dove si trovava con facilità del lavoro, per questo molti uomini, costretti da condizioni economiche miserevoli, si trasferivano per lunghi periodi nella pianura toscana e, purtroppo, alcuni di loro finivano per contrarre la malaria, malattia quasi sempre mortale. Da questi fatti nasce il disperato canto delle donne che perdevano i loro compagni o che temevano di perderli. Ecco quindi il testo di questa famosa canzone popolare che fu ottimamente interpretata anche dalla grande voce di Caterina Bueno.
TUTTI MI DICON: MAREMMA...
Tutti mi dicon: Maremma, Maremma
e a me mi pare una Maremma amara;
l'uccello che ci va perde la penna,
e io ci ho perduto una persona cara.
Sia maledetta Maremma, Maremma,
sia maledetta Maremma e chi l'ama.
Sempre mi trema il cor quando ci vai
perché ho paura che non torni mai.
TUTTI MI DICON: MAREMMA...
Tutti mi dicon: Maremma, Maremma
e a me mi pare una Maremma amara;
l'uccello che ci va perde la penna,
e io ci ho perduto una persona cara.
Sia maledetta Maremma, Maremma,
sia maledetta Maremma e chi l'ama.
Sempre mi trema il cor quando ci vai
perché ho paura che non torni mai.