sabato 14 dicembre 2013

Giro tondo intorno al mondo

"Girotondo intorno al mondo" è il titolo del lato A di un disco a 45 giri del cantautore italiano Sergio Endrigo, uscito nel 1966. La canzone è molto bella e, per quanto riguarda la parte musicale, va reso merito alla bravura di Endrigo, che ne è l'autore; la parte testuale è invece tratta da una poesia di Paul Fort, scrittore francese che pubblicò volumi di versi tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. La poesia in questione s'intitola La Ronde e parla di un desiderio impossibile, si potrebbe dire utopico: quello di chi vorrebbe che le relazioni tra gli esseri umani siano fondate sulla solidarietà, sull'aiuto reciproco e su di una volenterosa collaborazione. Per avallare questo nobile ideale Fort s'inventa un giro tondo immenso, che coinvolga tutti i ragazzi e tutte le ragazze della terra, in modo da formare una vera e propria catena umana che unisca tutte le popolazioni del pianeta formando così un "girotondo intorno al mondo". Ecco allora il testo della breve poesia in lingua originale (francese) e poi lo stesso tradotto in italiano, entrambi estratti dal seguente libro: Antologia bilingue della poesia francese dalle origini ad oggi, a cura di Bruno Gaeta, Serarcangeli, Roma 1996.
Paul Fort (1872-1960)

 
 
LA RONDE

Si toutes les filles du monde voulaient s'donner la main, tout autour de la mer elles pourraient faire une ronde.
Si tous les gars du monde voulaient bien êtr'marins, ils f'raient avec leurs barques un joli pont sur l'onde.
Alors on pourrait faire une ronde autour du monde, si tous le gens du monde voulaient s'donner la main.

(da Ballades françaises)
 
 
 
 
IL GIROTONDO

Sergio Endrigo (1933-2005)
Se tutte le ragazze del mondo si dessero la mano, potrebbero intorno al mare fare un bel girotondo.
Se tutti i ragazzi del mondo divenissero marinai, farebbero con le barche un bel ponte sull'onde.
Allora se tutte le genti del mondo si dessero la mano, si potrebbe intorno al mondo fare un bel girotondo.






lunedì 2 dicembre 2013

Tu scendi dalle stelle

"Tu scendi dalle stelle" è certamente il canto più popolare della tradizione natalizia italiana. Forse non a tutti è noto che esso deriva da un altro canto: "Quanno nascette Ninno", scritto in dialetto napoletano dal vescovo e compositore italiano Alfonso Maria de' Liguori (1696-1787) nel XVIII secolo. Pur se già conosciuto da molti, fu pubblicato per la prima volta nel 1816 col titolo "Per la nascita di Gesù". Probabilmente il religioso napoletano lo scrisse di getto nel Natale del 1754, rimanendo estasiato dalla visione del presepe allestito dalla famiglia Zambarelli di Nola. È uno dei canti natalizi più apprezzati da Giuseppe Verdi, il quale disse che «senza questo canto Natale non sarebbe Natale». Inutile  dire che "Tu scendi dalle stelle" è stato interpretato dai cantanti nazionali più famosi ed è ancora oggi la canzone di Natale per antonomasia.



TU SCENDI DALLE STELLE
(Alfonso de' Liguori)

Tu scendi dalle stelle, o Re del Cielo,
e vieni in una grotta al freddo al gelo.
O Bambino mio Divino,
Io ti vedo qui a tremar.
O Dio Beato!
Ah, quanto ti costò l'avermi amato!

A te, che sei del mondo il creatore
mancano panni e fuoco, o mio Signore.
Caro eletto Pargoletto,
Quanto questa povertà
più m'innamora,
Giacché ti fece amor povero ancora.

Tu lasci del tuo Padre il divin seno
per venire a penar su questo fieno.
Dolce amore del mio cuore,
dove amor ti trasportò?
O Gesù mio,
per chi tanto patir? Per amor mio!

Ma se fu tuo volere il tuo patire,
perché vuoi pianger poi, perché vagire?
Sposo mio, amato Dio,
mio Gesù, t'intendo sì.
Ah, mio Signore,
tu piangi non per duol, ma per amore.