mercoledì 15 gennaio 2014

Trani a gogò / Una stazione in riva al mare

Nell'ormai lontanissimo1962, nei negozi di dischi italiani comparve un 45 giri di Giorgio Gaber con due canzoni dai seguenti titoli: Trani a gogò (Lato A) e Una stazione in riva al mare (Lato B). La prima è una classica rivisitazione in chiave ironica del mondo milanese che s'incontrava nei locali notturni della città meneghina all'inizio degli anni sessanta, fatto di persone piuttosto originali ed eccentriche, di uomini alla ricerca dello svago o di quello che oggi si definirebbe "sballo", ovvero del divertimento che all'epoca spesso veniva ricercato nel gioco (d'azzardo e non), nell'abuso di alcol, nella musica da ballo e nella compagnia di altra gente che si trovava in quel luogo per il medesimo motivo: dimenticare la triste realtà di tutti i giorni. I personaggi del testo di questa canzone, il cui autore è Umberto Simonetta (scrittore milanese che con Gaber collaborò nella creazione di molte canzoni di successo) provengono da un mondo che era facile rintracciare in una certa periferia di quella Milano, che comprendeva imbroglioni (il finto scrittore, il finto pittore), falliti (il mezzo califfo) ed emarginati (il pregiudicato uscito da poco, la vecchia zitella); questi personaggi, visti da Simonetta con palpabile simpatia, non sono poi molto lontani da quelli che si trovano in Città vecchia, famosa canzone di Fabrizio De Andrè; Gaber, che aveva già parlato di quel mondo in La ballata del Cerutti (1961), canterà ancora altre canzoni simili a queste come Riccardo e Barbera e champagne (entrambe del 1969).
L'altra canzone è un veloce e romantico quadretto che raffigura una piccola stazione in riva al mare circondata dai fiori; in questo luogo suggestivo e particolarmente invitante, durante una giornata settembrina di fine estate, un uomo (probabilmente in viaggio per chi sa dove) decide di fare una sosta e, forse seduto ad un tavolo con vista sul mare di qualche locale, con un giornale e un caffè, si sofferma ad osservare il paesaggio (magari al tramonto), pensando con tanta malinconia ad un amore appena terminato.