Quando ascoltai
per la prima volta Preghiera in gennaio,
avevo superato da poco i vent'anni, e subito me ne innamorai. Tutt'oggi la
considero una delle canzoni più belle mai scritte da Fabrizio De Andrè. A quel
tempo - erano gli anni '80 del XX secolo - sapevo dell'esistenza di due brani
musicali dedicati a Luigi Tenco; oltre a Preghiera
in gennaio, infatti, anche Francesco De Gregori aveva voluto ricordare il
cantautore scomparso nel 1967, con una canzone presente nel suo album Bufalo Bill (1976), intitolata Festival. Preghiera in gennaio, uscì invece nello stesso anno in cui Tenco si
tolse la vita, entrando a far parte dello splendido disco che porta il titolo Volume 1, e che comprende altre canzoni
indimenticabili. Mi piacque e mi colpì immediatamente la fantasia di De Andrè,
che, subito dopo la dipartita del suo amico, scrisse un testo poetico in forma
di preghiera rivolto al Dio della cristianità - che ha anche le peculiarità di
una supplica - affinché potesse e volesse accogliere nel suo "Bel
Paradiso", quell'anima pura che rispondeva al nome di Luigi Tenco, il
quale, in quanto suicida - basandosi sui freddi dogmi della chiesa cattolica -
non avrebbe avuto diritto alcuno ad entrare nel Regno dei Cieli. Ma De Andrè,
giustamente, volle allargare il discorso a tutti coloro che si suicidarono e
che ebbero quella sola colpa nella loro tormentata esistenza sulla terra; così
s'immaginò una schiera di anime buone, morte "per oltraggio", che,
guidate da Luigi Tenco s'incamminano verso il Regno del Signore, sapendo di
essere ben accolti da un Dio propenso al perdono; e perdonare coloro, come alcuni
suicidi, che fecero violenza soltanto contro loro stessi, a causa dell'odio e
dell'ignoranza da cui erano circondati ed a cui non riuscirono ad adeguarsi in
alcun modo, diviene, a mio parere, una cosa opportuna se non un obbligo. Bellissima e
sacrosanta, l'idea - sempre di De Andrè - del Paradiso quale luogo in cui si
ritrovino tutte le anime di coloro che non furono felici, pur avendo una
coscienza pura. Meravigliosa infine, l'ultima richiesta rivolta a Dio dal
cantautore genovese, perché possa ascoltare le canzoni di Tenco e rimanerne
estasiato. Uno degli ultimi versi di questa poesia-canzone trasmette una
tristezza intensa, perché quel "che
ormai canta nel vento" riferito alla voce di Tenco, fa comprendere
crudamente il fatto inoppugnabile della sua scomparsa definitiva, malgrado le
sue canzoni abbiano continuato e continuino tutt'ora ad essere trasmesse dai mass media e ad essere scelte ed
ascoltate da un pubblico immenso che comprende diverse generazioni e che non ha
mai dimenticato questo grandissimo cantante prematuramente scomparso.
PREGHIERA IN
GENNAIO
(F. De Andrè)
Lascia che sia
fiorito
Signore, il suo
sentiero
quando a te la
sua anima
e al mondo la sua
pelle
dovrà
riconsegnare
quando verrà al
tuo cielo
là dove in pieno
giorno
risplendono le
stelle.
Quando
attraverserà
l'ultimo vecchio
ponte
ai suicidi dirà
baciandoli alla
fronte
venite in
Paradiso
là dove vado
anch'io
perché non c'è
l'inferno
nel mondo del
buon Dio.
Fate che giunga a
Voi
con le sue ossa
stanche
seguito da
migliaia
di quelle facce
bianche
fate che a voi
ritorni
fra i morti per
oltraggio
che al cielo ed
alla terra
mostrarono il
coraggio.
Signori
benpensanti
spero non vi
dispiaccia
se in cielo, in
mezzo ai Santi
Dio, fra le sue
braccia
soffocherà il
singhiozzo
di quelle labbra
smorte
che all'odio e
all'ignoranza
preferirono la
morte.
Dio di
misericordia
il tuo bel
Paradiso
l'hai fatto
soprattutto
per chi non ha
sorriso
per quelli che
han vissuto
con la coscienza
pura
l'inferno esiste
solo
per chi ne ha
paura.
Meglio di lui nessuno
mai ti potrà
indicare
gli errori di noi
tutti
che puoi e vuoi
salvare.
Ascolta la sua
voce
che ormai canta
nel vento
Dio di
misericordia
vedrai, sarai
contento.
Dio di
misericordia
vedrai, sarai
contento.
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