Questo è uno dei
tanti capolavori della musica pop italiana, nati grazie alla straordinaria e
durevole collaborazione tra Lucio Battisti e Giulio Rapetti (meglio conosciuto
come Mogol). Ed è anche uno dei miei pezzi preferiti del cantante laziale,
insieme a I giardini di marzo e a Pensieri e parole. Pur conoscendola
vagamente già da bambino, cominciai ad apprezzare meglio Io vivrò nella mia primissima gioventù; nel periodo in cui mi
capitava spesso di fare delle sortite nella Discoteca Laziale di Roma, non
esitai, un giorno, a comperare la musicassetta che la conteneva. Seppi così che
in origine faceva parte di un disco a 33 giri, pubblicato per la prima volta
nel 1969, e che era intitolato semplicemente Lucio Battisti. A dire il
vero, l'anno precedente era già stata inserita come lato B di un 45 giri che
aveva, come primo brano musicale La mia
canzone per Maria. Sempre nel 1968, Io
vivrò comparve come lato B in un altro 45 giri, questa volta dei Rokes;
nella interpretazione del complesso, però, mancano alcune parti del testo di
Mogol. Da non dimenticare l'ottima versione del brano musicale che fu eseguita
da Mina, e che si trova in un LP del 1971, intitolato: Del mio meglio. Ciò che mi piace della canzone è l'atmosfera
drammatica e, in minor misura, malinconica che si respira; non è da meno,
ovviamente, la melodia creata dal geniale e incomparabile estro di Lucio
Battisti. Ricordo che, anni fa, non mi stancavo mai di ascoltarla e, tutt'ora,
se mi capita la risento molto volentieri. Il testo parla di un uomo che è stato
lasciato dalla sua compagna, e non riesce ad accettare la nuova situazione di
abbandono e di profonda solitudine che sta vivendo. Prova, inizialmente, a far
finta che tutto prosegua senza alcun problema, cercando di non pensarci, per poi crollare
improvvisamente e sprofondare in un pianto senza margini consolatori. A parte
le parole iniziali, che spiegano chiaramente la vicenda sentimentale del
protagonista, il resto del testo potrebbe riferirsi anche a un altro tipo di
perdita, quindi non necessariamente alla fine di un amore. Il pathos che
trasmettono musica e testo è incredibilmente forte e coinvolgente, e le stesse
atmosfere si possono facilmente riscontrare in altri brani musicali di
Battisti, usciti negli anni successivi al 1968. Come ho detto all'inizio, Io vivrò va inserita di diritto tra le
migliori canzoni di Battisti, ovvero tra quelle che non si possono dimenticare
mai, una cosiddetta evergreen
insomma.
IO VIVRÒ (SENZA
TE)
(L. Battisti -
Mogol)
Che non si muore
per amore
è una gran bella
verità
perciò dolcissimo
mio amore
ecco quello,
quello che da
domani mi accadrà
Io vivrò
senza te
anche se ancora
non so
come io vivrò
Senza te,
io senza te,
solo continuerò
e dormirò,
mi sveglierò
camminerò,
lavorerò,
qualche cosa
farò,
qualche cosa
farò,
sì, qualche cosa
farò,
qualche cosa di
sicuro io farò:
piangerò,
sì, io piangerò.
E se ritorni
nella mente
basta pensare che
non ci sei
che sto soffrendo
inutilmente
perché so, io lo
so
io so che non
tornerai
Senza te,
io senza te,
solo continuerò,
e dormirò,
mi sveglierò,
camminerò,
lavorerò,
qualche cosa
farò,
qualche cosa
farò,
sì, qualche cosa
farò
qualche cosa di
sicuro io farò:
piangerò,
sì, io piangerò.
Io piangerò...
Infatti, nel 68 a quattordici anni persi mia madre.
RispondiEliminaQuando questo pezzo uscì alla fine del 68 la feci subito mia perché interpretava proprio il mio stato d'animo e la cantavo, la cantavo...