lunedì 13 agosto 2012

Vincent

Sono passati quasi quarant'anni dall'uscita di "Vincent", stupenda canzone giunta in Italia nel 1973 e scritta e interpretata dal cantautore statunitense Don McLean, che fu inserita quale sigla d'apertura di uno sceneggiato televisivo trasmesso dalla Rai proprio in quell'anno intitolato "Lungo il fiume e sull'acqua". Il disco (all'epoca un 45 giri) ottenne in breve un formidabile successo e raggiunse l'apice della classifiche italiane. Il testo di "Vincent", bello come la musica, parla del famoso pittore olandese Vincent Van Gogh e di alcune sue opere importanti (chiaro è il riferimento delle parole con cui comincia il pezzo: "Starry starry night" ad un quadro molto suggestivo di Van Gogh che s'intitola "Notte stellata"). Risalta soprattutto la comprensione e l'ammirazione da parte del cantautore americano nei confronti dell'uomo Van Gogh, sempre assillato da un precario stato mentale ed emotivo che influenzò in modo determinante la sua vita; per questo è definito da Don McLean: "persona meravigliosa" incapace di essere capita dalla gente, quasi sempre indifferente e ostile sia all'arte che alle debolezze umane. Il testo del brano musicale fu tradotto in italiano da Francesco De Gregori e, col titolo cambiato in "Come un anno fa", fu cantato da Little Tony nel medesimo anno (1973). Più di vent'anni dopo, esattamente nel 2005, è stato Roberto Vecchioni a rielaborare il testo e a ricantare in una nuova versione "Vincent", inserendo l'interpretazione (ottima in vero) nel suo album dal vivo "Il contastorie". Il cantautore lombardo e Enrico Nascimbeni qui danno voce a Paul Gauguin, grande pittore e caro amico di Van Gogh con il quale però ebbe più di una dicussione, e immaginano che nella canzone sia proprio lui a scrivere un commosso addio per l'amico morto. Chiudendo riporto i testi della canzone in inglese ed in italiano, seguendo in quest'ultimo caso la versione di Vecchioni.
 
 
 
VINCENT
(Don McLean)
 
Starry, starry night
Paint your palette blue and gray
Look out on a summer's day
With eyes that know the darkness in my soul...
Shadows on the hills
Sketch the trees and the daffodils
Catch the breeze and the winter chills
In colors on the snowy linen land.
Now I understand
What you tried to say to me
And how you suffered for your sanity
And how you tried to set them free
They would not listen; they did not know how
Perhaps they'll listen now.
Starry, starry night
Flaming flowers that brightly blaze
Swirling clouds in violet haze
Reflect in Vincent's eyes of china blue
Colors changing hue
Morning fields of amber grain
Weathered faces lined in pain
Are soothed beneath the artist's loving hand.
Now I understand
What you tried to say to me
And how you suffered for your sanity
And how you tried to set them free
They would not listen; they did not know how
Perhaps they'll listen now.
For they could not love you
But still, your love was true
And when no hope was left inside
On that starry, starry night
You took your life as lovers often do
But I could've told you, Vincent:
This world was never meant
For one as beautiful as you.
Starry, Starry night
Portraits hung in empty halls
Frameless heads on nameless walls
With eyes that watch the world and can't forget
Like the strangers that you've met
The ragged men in ragged clothes
The silver thorn, a bloody rose
Lie crushed and broken on the virgin snow.
Now I think I know
What you tried to say to me
And how you suffered for your sanity
And how you tried to set them free
They would not listen; they're not listening still
Perhaps they never will...
 
 
 
VINCENT
(R. Vecchioni - E. Nascimbeni - Don McLean)


Guarderò le stelle
com'erano la notte ad Arles,
appese sopra il tuo boulevard;
io sono dentro agli occhi tuoi,
Víncent.
Sognerò i tuoi fiori,
narcisi sparpagliati al vento,
il giallo immenso e lo scontento
negli occhi che non ridono,
negli occhi tuoi,
Vincent.
Dolce amico mio,
fragile compagno mio,
al lume spento della tua pazzia
te ne sei andato via,
piegando il collo
come il gambo di un fiore:
scommetto un girasole.
Sparpagliato grano,
pulviscolo spezzato a luce
e bocche aperte senza voce
nei vecchi dallo sguardo che non c'è
poi le nostre sedie
le nostre sedie così vuote
così "persone",
così abbandonate
e il tuo tabacco sparso qua e là.
Dolce amico,
fragile compagno mio
che hai tentato sotto le tue dita
di fermarla, la vita:
come una donna amata alla follia
la vita andava via:
e più la rincorrevi
e più la dipingevi a colpi rossi
gialli come dire "Aspetta!",
fino a che i colori
non bastaron più...
e avrei voluto dirti, Vincent,
questo mondo non meritava
un uomo bello come te!
Guarderò le stelle,
la tua, la mia metà del mondo
che sono le due scelte in fondo:
o andare via o rimanere via.
Dolce amico mio,
fragile compagno mio,
io, in questo mare,
non mi perdo mai;
ma in ogni mare sai
"tous le bateaux
vont à l'hazard pour rien".
Addio, da Paul Gauguin.

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