venerdì 18 gennaio 2019

Tre canti popolari italiani


1. FLOWERS! FLOWERS!...
È un testo ricavato dallo studioso italiano Roberto Leydi che nella prima metà del Novecento si trovava negli Stati Uniti d'America e vide un venditore ambulante (anche lui italiano) che, cercando di vendere la sua merce strillava queste frasi miste, in inglese e in napoletano: le prime del tutto consone al lavoro di venditore, le seconde quasi un grido disperato per la condizione miserrima in cui si era venuto a trovare nel nuovo continente.

 Flowers! Flowers!
Cheap to cheap today!
Chi me l'à fatto ffà
vennì sta terra cà
in cerca di speranza
e nun l'aggia truvà.
Chrysanthem, pink, roses,
cheap to cheap today!
Flowers! Flowers!





2. SANTA MARIA ALTISSIMA
È un canto che intonavano più di un secolo fa le donne calabresi che spesso vedevano i loro ragazzi ed i loro mariti partire sulle navi perchè arruolati; è una accorata preghiera rivolta alla Madonna affinchè abbia pietà di tutti quei giovani che, destinati al fronte di guerra, rischiavano di non tornare mai più. L'ultimo verso del canto rappresenta un netto atto d'accusa nei confronti della guerra definita senza mezze parole "macello".

 Santa Maria Altissima,
ata cchiù de 'na nave,
tutti 'ssi bielli giuvani
su' misi a consumari.
Santa Maria Altissima,
ata cchiù de castiellu,
tutti 'ssi bielli giuvani
su' misi a lu macellu!





3. E CANTA LA ZIGHELA
Un canto popolare dell'Emilia Romagna sui padroni di ieri che sono uguali a quelli di oggi, sempre pronti coi loro modi subdoli e furbeschi, a sfruttare i lavoratori che vorrebbero ridotti a schiavi.

E canta la zighéla: taia taia,
e gran a e patron, a e cuntadèn la paia.
E canta la zighéla: tula, tula,
e gran a e patron, a e cuntaden la pula.
E canta la zighéla e a zigalèn,
e gran a e patron, la pula a e cuntadèn.

giovedì 10 gennaio 2019

Preghiera in gennaio


Quando ascoltai per la prima volta Preghiera in gennaio, avevo superato da poco i vent'anni, e subito me ne innamorai. Tutt'oggi la considero una delle canzoni più belle mai scritte da Fabrizio De Andrè. A quel tempo - erano gli anni '80 del XX secolo - sapevo dell'esistenza di due brani musicali dedicati a Luigi Tenco; oltre a Preghiera in gennaio, infatti, anche Francesco De Gregori aveva voluto ricordare il cantautore scomparso nel 1967, con una canzone presente nel suo album Bufalo Bill (1976), intitolata Festival. Preghiera in gennaio, uscì invece nello stesso anno in cui Tenco si tolse la vita, entrando a far parte dello splendido disco che porta il titolo Volume 1, e che comprende altre canzoni indimenticabili. Mi piacque e mi colpì immediatamente la fantasia di De Andrè, che, subito dopo la dipartita del suo amico, scrisse un testo poetico in forma di preghiera rivolto al Dio della cristianità - che ha anche le peculiarità di una supplica - affinché potesse e volesse accogliere nel suo "Bel Paradiso", quell'anima pura che rispondeva al nome di Luigi Tenco, il quale, in quanto suicida - basandosi sui freddi dogmi della chiesa cattolica - non avrebbe avuto diritto alcuno ad entrare nel Regno dei Cieli. Ma De Andrè, giustamente, volle allargare il discorso a tutti coloro che si suicidarono e che ebbero quella sola colpa nella loro tormentata esistenza sulla terra; così s'immaginò una schiera di anime buone, morte "per oltraggio", che, guidate da Luigi Tenco s'incamminano verso il Regno del Signore, sapendo di essere ben accolti da un Dio propenso al perdono; e perdonare coloro, come alcuni suicidi, che fecero violenza soltanto contro loro stessi, a causa dell'odio e dell'ignoranza da cui erano circondati ed a cui non riuscirono ad adeguarsi in alcun modo, diviene, a mio parere, una cosa opportuna se non un obbligo. Bellissima e sacrosanta, l'idea - sempre di De Andrè - del Paradiso quale luogo in cui si ritrovino tutte le anime di coloro che non furono felici, pur avendo una coscienza pura. Meravigliosa infine, l'ultima richiesta rivolta a Dio dal cantautore genovese, perché possa ascoltare le canzoni di Tenco e rimanerne estasiato. Uno degli ultimi versi di questa poesia-canzone trasmette una tristezza intensa, perché quel "che ormai canta nel vento" riferito alla voce di Tenco, fa comprendere crudamente il fatto inoppugnabile della sua scomparsa definitiva, malgrado le sue canzoni abbiano continuato e continuino tutt'ora ad essere trasmesse dai mass media e ad essere scelte ed ascoltate da un pubblico immenso che comprende diverse generazioni e che non ha mai dimenticato questo grandissimo cantante prematuramente scomparso.  




PREGHIERA IN GENNAIO
(F. De Andrè)

Lascia che sia fiorito
Signore, il suo sentiero
quando a te la sua anima
e al mondo la sua pelle
dovrà riconsegnare
quando verrà al tuo cielo
là dove in pieno giorno
risplendono le stelle.

Quando attraverserà
l'ultimo vecchio ponte
ai suicidi dirà
baciandoli alla fronte
venite in Paradiso
là dove vado anch'io
perché non c'è l'inferno
nel mondo del buon Dio.

Fate che giunga a Voi
con le sue ossa stanche
seguito da migliaia
di quelle facce bianche
fate che a voi ritorni
fra i morti per oltraggio
che al cielo ed alla terra
mostrarono il coraggio.

Signori benpensanti
spero non vi dispiaccia
se in cielo, in mezzo ai Santi
Dio, fra le sue braccia
soffocherà il singhiozzo
di quelle labbra smorte
che all'odio e all'ignoranza
preferirono la morte.

Dio di misericordia
il tuo bel Paradiso
l'hai fatto soprattutto
per chi non ha sorriso
per quelli che han vissuto
con la coscienza pura
l'inferno esiste solo
per chi ne ha paura.
Meglio di lui nessuno
mai ti potrà indicare
gli errori di noi tutti
che puoi e vuoi salvare.
Ascolta la sua voce
che ormai canta nel vento
Dio di misericordia
vedrai, sarai contento.
Dio di misericordia
vedrai, sarai contento.