Ogni anno, in
occasione dell'anniversario della morte di Rino Gaetano, si tiene una sorta di
commemorazione che sfocia in un vero e proprio spettacolo, nel quale si
ripropongono molte canzoni del musicista crotonese; è un evento che si dimostra
sempre particolarmente ricco di partecipanti (anche molto famosi). La verità è
che Gaetano, malgrado sia scomparso da quarant'anni, ancora oggi risulta
vivissimo nel ricordo di infiniti fan e di semplici fruitori di musica pop.
Anch'io ho molto apprezzato e amato le canzoni di Rino Gaetano, fin dall'infanzia.
La prima che ricordi s'intitola Berta
filava e uscì nell'ormai lontanissimo 1976. Circa dieci anni dopo, quando
cominciai a collezionare musicassette, una delle prime che volli acquistare fu ...e cantava le canzoni della famosa
collana discografica Lineatre RCA; fu
pubblicata nel 1981, ovvero nell'anno della sua prematura scomparsa a causa di
un incidente automobilistico. Ricordo che la notai in una bancarella di un
mercatino di Ostia Lido, e non esitai a comprarla. Nel nastro trovai soltanto
alcune delle canzoni che cercavo, così, qualche anno dopo acquistai altre
musicassette con la quasi totalità dei successi di Gaetano. Mi succedeva
spesso, sempre negli anni della mia infanzia, di vederlo in televisione. Me lo
ricordo, una volta, ospite della trasmissione Domenica in. In quell'occasione, il presentatore gli chiese se
nella vita al di fuori delle scene fosse così allegro e spensierato come
appariva sul piccolo schermo; lui, se non sbaglio, disse che nella vita reale
era un'altra persona, alla stessa stregua di molti personaggi del mondo dello
spettacolo, che sul palcoscenico offrono un'immagine piacevole e accattivante,
mentre, nella vita privata, tendono ad essere tristi e imbronciati. Lui affermò
lo stesso concetto, ma con la sua solita aria scanzonata, come se stesse
bleffando. Ebbene mi sembra sicuro che una buona dose di malinconia sia
riscontrabile in alcune sue canzoni, come ad esempio Tu, forse non essenzialmente tu; Mio fratello è figlio unico; Supponiamo
un amore; Escluso il cane; Sfiorivano le viole; Cogli la mia rosa d'amore; certo è che,
anche in questi casi, la malinconia non è preponderante: si avverte sempre un
sottofondo ironico e sarcastico che annulla o attenua qualunque altro elemento.
A proposito delle sue apparizioni in TV, un'altra volta lo ricordo ospite in un
programma della Rai dedicato alla musica leggera, condotto dalla showgirl
Stefania Rotolo; quando, a distanza di poco tempo, perirono entrambi, mi venne
in mente quella precisa trasmissione andata in onda qualche anno prima, e mi
sembrava impossibile che due giovani di belle speranze come loro non ci fossero
già più. Di lui si è parlato e si parla ancora moltissimo; alla domanda che
riguarda il motivo del suo eterno successo, le risposte si somigliano un po'
tutte, visto che indicano costantemente la straordinaria originalità,
l'anticonformismo, la geniale ironia, l'intelligente satira, la spontanea
simpatia, l'istintiva allegria e, dulcis
in fundo, le attraenti melodie delle musiche presenti nelle sue canzoni.
Grazie a tutto ciò, e anche per il fatto che la sua morte in giovane età lo ha
reso un mito, oggi Rino Gaetano è giustamente considerato un cantante e un
personaggio straordinario, irripetibile e molto rimpianto.
mercoledì 2 giugno 2021
Ricordando Rino Gaetano
venerdì 23 aprile 2021
5 canzoni nate da 5 lontani fatti di cronaca
Alcune canzoni del passato sono nate da fatti veri, spesso drammatici: assassini, disastri, scontri violenti ecc. Sono stati spesso dei cantautori, evidentemente più sensibili agli avvenimenti reali, che si sono occupati, in forma di canzone, di questi eventi che, quando sono accaduti, hanno impressionato, colpito e commosso la suscettibilità di innumerevoli persone per l'atrocità, la tragicità o la straordinarietà che essi rappresentavano. Il 9 ottobre del 1967 moriva ancora giovane in Bolivia "el Che", ovvero il rivoluzionario argentino Ernesto Guevara de la Serna più noto come Che Guevara, personaggio mitico, simbolo della rivoluzione marxista per tante generazioni della sinistra; ancora oggi la sua stella risplende per la straordinaria coerenza delle sue azioni e per l'idealismo puro che lo guidava. Non molti probabilmente conosceranno una canzone di Sergio Endrigo risalente al 1968 che fu retro di un 45 giri, il pezzo s'intitola Anch'io ti ricorderò e mette in luce il carattere politico poco noto del cantautore di Pola; ma la canzone è soprattutto un sincero tributo dedicato al rivoluzionario più famoso del mondo. Ecco una parte del testo: «Era mezzogiorno e tu non c'eri / un bambino piangeva nel silenzio / fuori c'era il sole e caldi odori / e parole antiche di soldati. / Oggi ti ricorda la tua gente, / Cuba viva sotto il sole, / la Sierra che ti ha visto vincitore. / Addio, addio, / chi mai ti scorderà. / Addio, addio, / anch'io ti ricorderò».
È passata alla storia come "Battaglia di Valle Giulia" la serie di scontri tra poliziotti e manifestanti (tra i quali c'erano molti studenti) che avvenne il primo marzo del 1968, nella zona di Roma in prossimità del quartiere Parioli, che è appunto detta Valle Giulia; e proprio così s'intitola un brano piuttosto famoso del cantautore Paolo Pietrangeli che, proprio durante il fatidico Sessantotto, fece uscire un 45 giri comprendente la canzone citata in cui con passione sincera e con entusiasmo palpabile narrava del coraggio dimostrato dai manifestanti e dagli studenti che decisero di non indietreggiare di fronte alla polizia e che scatenarono una vera e propria guerriglia urbana; eccone un passo: «Il primo marzo, sì, me lo rammento, / saremmo stati millecinquecento / e caricava giù la polizia / ma gli studenti la cacciaron via. / - No alla scuola dei padroni! / Via il governo, dimissioni! - ». Il fatto ebbe grande risonanza e suscitò varie reazioni di personaggi anche molto noti, tra questi, famoso rimane il pensiero di Pier Paolo Pasolini che si schierò, motivando la sua decisione, dalla parte dei poliziotti.
Lucio Dalla nel 1975 pubblicò un LP intitolato Anidride solforosa, fu il secondo lavoro, dopo Il giorno aveva cinque teste (1973) nato dalla collaborazione del cantautore bolognese con il poeta Roberto Roversi; tra le canzoni presenti nel disco ce n'era una intitolata Carmen Colon: è una straziante lirica che parla di un omicidio avvenuto nel 1971 presso Churchville, qui una undicenne di nome Carmen e di cognome Colon, trovò la morte per mano di un probabile serial killer la cui identità non è stata mai accertata e che commise altri due delitti nello stesso periodo in cui morì la sventurata Carmen; tutte le vittime dell'assassino avevano le stesse iniziali (la lettera C) nel nome e nel cognome, per tal motivo il "mostro" fu denominato dai mass media "Alphabet Killer". La canzone di Lucio Dalla ha caratteristiche fortemente drammatiche e coinvolgenti, il testo di Roversi è crudo e descrive in modo chiaro la dinamica dell'omicidio: «Il primo colpo è un sasso in fronte, / nella carne non fa male / il sangue freddo e leggero. / Ahi Carmen Colon, / Carmen che chiama, / Carmen pugnale, / Carmen nell'erba...».
La strage di Piazza della Loggia, a Brescia, avvenne il 28 maggio del 1974; una bomba esplose tra la gente che stava assistendo ad una manifestazione causando otto morti e un centinaio di feriti. A distanza di 36 anni da questo vile attentato purtroppo non è stato individuato alcun colpevole, anche se pare sia chiara l'area che ideò e realizzò la strage: quella dell'estrema destra italiana. Sempre nel 1974, un gruppo musicale nato a Firenze in cui militavano sia Davide Riondino, sia sua sorella Chiara e che prediligeva interpretare le canzoni impegnate o di protesta, fece uscire un album intitolato Collettivo Victor Jara (che era proprio il nome di questo gruppo). Nel disco, la prima canzone che si ascolta è Brescia '74, che evidentemente s'ispira al tragico fatto avvenuto in quell'anno nella città lombarda; il testo di questo brano testimonia, insieme ad una strabordante indignazione e ad un clima di violenza molto presente all'epoca, un non celato nesso tra l'avvenimento tragico e il terrorismo neofascista che in quegli anni fu più che mai attivo e si rese responsabile di altri gravissimi attentati; sempre nel testo della canzone, sembra trapelare l'idea che ci fosse un coinvolgimento di responsabilità più o meno rilevanti per il fatto accaduto, anche da parte di coloro che in quel momento rappresentavano alte cariche pubbliche. Questo è un estratto del testo di Brescia '74: «Son troppi i morti questa volta / e non possiamo più aver pazienza / fascisti pagati dai padroni / presto vi faremo fuori. / Voi ed i vostri mandanti, / sì, quei falsi difensori / della democrazia / e dell'antifascismo. / Andiamo ch'è l'ora di finirla, ch'è l'ora / andiamo ch'è l'ora di finirla, ch'è l'ora...».
Nell'album Ullalla che Antonello Venditti pubblicò nel 1976, era presente una Canzone per Seveso, che voleva rappresentare un atto d'accusa nei confronti di chi non fece nulla per impedire il disastro ambientale avvenuto il 10 luglio del 1976, proprio a Seveso, nelle cui vicinanze era situata un'industria chimica: l'Icmesa; in quel disgraziato giorno, a causa di un incidente, dall'edificio industriale fuoriuscì una densa nube di diossina che si propagò ed investì un'area piuttosto larga della bassa Brianza; Seveso fu la località maggiormente colpita dalla sostanza altamente tossica, per tal motivazione una parte della popolazione che vi abitava (quella che risiedeva nelle zone più a rischio) venne evacuata ed iniziò una lenta fase di decontaminazione. Tornando alla canzone di Venditti, colpisce la seconda parte del testo, dove il cantautore romano s'immedesima nella popolazione sevesina facendogli pronunciare queste parole dense di rabbia e disperazione: «Noi che restiamo a guardare / morire le radici, / i preti perdonare. / Proprio sopra di voi / che vivete tranquilli / nella vostra coscienza di uomini giusti, / che sfruttate la vita / per i vostri sporchi giochetti. / Allora... Allora... / ammazzateci tutti!».
5 CANZONI NATE DA LONTANI FATTI DI CRONACA
Anch'io ti ricorderò (S. Endrigo)
Valle Giulia (P. Pietrangeli)
Carmen Colon (R. Roversi - L. Dalla)
Brescia '74 (D. Riondino - C. Riondino)
Canzone per Seveso (A. Venditti)