giovedì 7 luglio 2022

"Basta chiudere gli occhi" di Gino Paoli

 

Basta chiudere gli occhi è il titolo di una canzone scritta e interpretata da Gino Paoli. Fu pubblicata per la prima volta nel 1963, come lato A di un disco a 45 giri pubblicato dalla RCA; la medesima casa discografica, l'anno seguente pubblicò un 33 giri che portava proprio il titolo della canzone; questo disco conteneva 12 tracce, tra le quali vi erano inclusi i maggiori successi del cantautore ligure, usciti tra il 1963 ed il 1964. Io la ascoltai una trentina di anni dopo, ovvero quando acquistai una musicassetta intitolata: Gino Paoli – Musica e parole; qui erano presenti tutte le canzoni del disco citato, più altre dello stesso periodo temporale (ivi compresa una magistrale reinterpretazione di Il cielo in una stanza).

Basta chiudere gli occhi penso che debba essere considerata una delle migliori canzoni di Paoli, soprattutto per il testo, che si distingue dagli altri del settimo decennio del XX secolo, perché non parla d’amore, ma di emozioni e sensazioni provate dal cantautore in determinati momenti. Nei primi versi si parla della fugacità di certi stati d’animo particolarmente favorevoli, simbolizzati dalla luce del giorno e dall’amore in senso lato. Poi, inesorabilmente, giungono dei periodi ben più difficili (la notte e il dolore). Proprio in questi momenti, l’unico rifugio della mente umana è il sogno: chiudere gli occhi e dar spazio alla sola fantasia, che permette di immaginare situazioni assai piacevoli e, nello stesso tempo, di far dimenticare tutto ciò che induce alla sofferenza. Proseguendo con l’analisi del testo, nella terza strofa si pone l’attenzione sulla ricerca istintiva di una somiglianza, un’affinità che possa far sentire un essere umano simile ad un altro; è, alla fine, la ricerca di amicizia, oppure di amore, che, troppo spesso, risulta vana, lasciando poi, colui che sperava soltanto in un incontro risolutivo, con una sensazione di solitudine ancor più accentuata. Anche in questi casi, chiudere gli occhi e sognare l’amico sincero o la donna ideale, diviene l’unico rifugio, l’unico luogo della mente dove trovare conforto. Infine, può succedere, nella vita, di ascoltare per caso da una vecchia chitarra, un motivo che ci emoziona in modo sconvolgente; ed è facile allora piangere, perché quella musica ci fa ricordare dei momenti felici della nostra vita, già troppo lontani e irripetibili; ancora una volta, l’unica maniera per attenuare il dolore, è abbassare le palpebre, e pensare a quei momenti come se li stessimo ancora vivendo: come se quel passato lontano, che la musica ha casualmente risuscitato, fosse diventato il presente. Insomma, nei momenti più complicati, quando la sofferenza ci sembra insopportabile, esiste soltanto un modo per eliminarla: chiudere gli occhi e sognare.



BASTA CHIUDERE GLI OCCHI

(G. Paoli)

 

Un momento di luce

Un momento di amore

E poi viene la notte

E poi viene il dolore

 

Ma ti basta di chiudere gli occhi

Per vedere quel che tu vuoi vedere

 

Cerchi solo te stesso

In un viso qualunque

E alla fine del viaggio

Ti ritrovi più solo

 

Ma ti basta di chiudere gli occhi

Per vedere quel che tu vuoi vedere

 

Una vecchia chitarra

Che ripete un motivo

E ti fa ricordare

Ti fa piangere ancora

 

Ma ti basta di chiudere gli occhi

Per vedere quel che tu vuoi vedere

Ma ti basta di chiudere gli occhi

E ritorni a vedere qualcuno

 

Ma ti basta di chiudere gli occhi

Per vedere quel che tu vuoi vedere