lunedì 29 luglio 2019

Io vivrò (senza te)


Questo è uno dei tanti capolavori della musica pop italiana, nati grazie alla straordinaria e durevole collaborazione tra Lucio Battisti e Giulio Rapetti (meglio conosciuto come Mogol). Ed è anche uno dei miei pezzi preferiti del cantante laziale, insieme a I giardini di marzo e a Pensieri e parole. Pur conoscendola vagamente già da bambino, cominciai ad apprezzare meglio Io vivrò nella mia primissima gioventù; nel periodo in cui mi capitava spesso di fare delle sortite nella Discoteca Laziale di Roma, non esitai, un giorno, a comperare la musicassetta che la conteneva. Seppi così che in origine faceva parte di un disco a 33 giri, pubblicato per la prima volta nel 1969, e che era intitolato semplicemente Lucio Battisti. A dire il vero, l'anno precedente era già stata inserita come lato B di un 45 giri che aveva, come primo brano musicale La mia canzone per Maria. Sempre nel 1968, Io vivrò comparve come lato B in un altro 45 giri, questa volta dei Rokes; nella interpretazione del complesso, però, mancano alcune parti del testo di Mogol. Da non dimenticare l'ottima versione del brano musicale che fu eseguita da Mina, e che si trova in un LP del 1971, intitolato: Del mio meglio. Ciò che mi piace della canzone è l'atmosfera drammatica e, in minor misura, malinconica che si respira; non è da meno, ovviamente, la melodia creata dal geniale e incomparabile estro di Lucio Battisti. Ricordo che, anni fa, non mi stancavo mai di ascoltarla e, tutt'ora, se mi capita la risento molto volentieri. Il testo parla di un uomo che è stato lasciato dalla sua compagna, e non riesce ad accettare la nuova situazione di abbandono e di profonda solitudine che sta vivendo. Prova, inizialmente, a far finta che tutto prosegua senza alcun problema, cercando di non pensarci, per poi crollare improvvisamente e sprofondare in un pianto senza margini consolatori. A parte le parole iniziali, che spiegano chiaramente la vicenda sentimentale del protagonista, il resto del testo potrebbe riferirsi anche a un altro tipo di perdita, quindi non necessariamente alla fine di un amore. Il pathos che trasmettono musica e testo è incredibilmente forte e coinvolgente, e le stesse atmosfere si possono facilmente riscontrare in altri brani musicali di Battisti, usciti negli anni successivi al 1968. Come ho detto all'inizio, Io vivrò va inserita di diritto tra le migliori canzoni di Battisti, ovvero tra quelle che non si possono dimenticare mai, una cosiddetta evergreen insomma.



IO VIVRÒ (SENZA TE)
(L. Battisti - Mogol)

Che non si muore per amore
è una gran bella verità
perciò dolcissimo mio amore
ecco quello,
quello che da domani mi accadrà

Io vivrò
senza te
anche se ancora non so
come io vivrò
Senza te,
io senza te,
solo continuerò
e dormirò,
mi sveglierò
camminerò,
lavorerò,
qualche cosa farò,
qualche cosa farò,
sì, qualche cosa farò,
qualche cosa di sicuro io farò:
piangerò,
sì, io piangerò.

E se ritorni nella mente
basta pensare che non ci sei
che sto soffrendo inutilmente
perché so, io lo so
io so che non tornerai

Senza te,
io senza te,
solo continuerò,
e dormirò,
mi sveglierò,
camminerò,
lavorerò,
qualche cosa farò,
qualche cosa farò,
sì, qualche cosa farò
qualche cosa di sicuro io farò:
piangerò,
sì, io piangerò.
Io piangerò...



1 commento:

  1. Infatti, nel 68 a quattordici anni persi mia madre.
    Quando questo pezzo uscì alla fine del 68 la feci subito mia perché interpretava proprio il mio stato d'animo e la cantavo, la cantavo...

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