venerdì 17 febbraio 2012

Piazza Grande

"Piazza grande" è il titolo di una famosa canzone del cantautore Lucio Dalla, che partecipò alla ventiduesima edizione del Festival di Sanremo, nel 1972, piazzandosi all'ottavo posto. Quattro sono gli autori di questo capolavoro della musica leggera italiana: Gianfranco Baldazzi, Sergio Bardotti, Rosalino Cellamare e Lucio Dalla: i primi due hanno scritto il testo, gli altri la musica. Il testo parla di un barbone di Bologna (Piazza Grande si riferisce a Piazza Cavour, che si trova proprio nella città felsinea) che fa una specie di confessione: ammette di aver scelto il tipo di vita che fa, ma dichiara anche di essere come tutti gli altri esseri umani, di sentire cioè anche lui la necessità di essere compreso e magari amato da una donna o da un dio; pure ribadisce che non è disposto a sacrificare la propria scelta, che è stata fortemente ponderata. Si può dire che, dopo la stupenda "El portava i scarp del tennis" di Enzo Jannacci, questa sia la canzone più bella dedicata ad una categoria che non viene considerata mai: quella dei senzatetto, dei barboni, dei clochard, insomma di coloro che vivono ai margini dei margini, fuori da tutto, incredibilmente ignorati e, in alcuni casi, maltrattati. Poi, se nella canzone il senzatetto dichiara di aver scelto la vita randagia, è ben noto che per molti altri la scelta può diventare obbligata a causa di mille motivi; ed io sono convinto del fatto che una società detta "civile" debba aiutare le persone che rimangono indietro e si perdono.
Naturalmente, quando a Sanremo partecipa una canzone di valore eccezionale, si fa di tutto per sminuirla e ignorarla: così è avvenuto per "Piazza grande" che nella classifica finale si è ritrovata ottava, preceduta da alcuni brani che definire brutti significherebbe fargli un complimento.
 

PIAZZA GRANDE
(Gianfranco Baldazzi - Sergio Bardotti - Rosalino Cellamare - Lucio Dalla)

Santi che pagano il mio pranzo non ce n'è
sulle panchine in Piazza Grande,
ma quando ho fame di mercanti come me qui non ce n'è.
Dormo sull'erba e ho molti amici intorno a me,
gli innamorati in Piazza Grande,
dei loro guai dei loro amori tutto so, sbagliati e no.
A modo mio avrei bisogno di carezze anch'io.
A modo mio avrei bisogno di sognare anch'io.
Una famiglia vera e propria non ce l'ho
e la mia casa è Piazza Grande,
a chi mi crede prendo amore e amore do, quanto ne ho.
Con me di donne generose non ce n'è,
rubo l'amore in Piazza Grande,
e meno male che briganti come me qui non ce n'è.
A modo mio avrei bisogno di carezze anch'io.
Avrei bisogno di pregare Dio.
Ma la mia vita non la cambierò mai mai,
a modo mio quel che sono l'ho voluto io
Lenzuola bianche per coprirci non ne ho
sotto le stelle in Piazza Grande,
e se la vita non ha sogni io li ho e te li do.
E se non ci sarà più gente come me
voglio morire in Piazza Grande,
tra i gatti che non han padrone come me attorno a me.

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